lunedì 23 febbraio 2009

Blade Runner è la mia paura del vuoto.

L'ispettore L. rimase in bilico, i piedi sul bordo, con il vento che lo scuoteva.
Guardò in basso, poi guardò in alto. Gli sembrava di essere a metà strada tra l'asfalto e le stelle, nel mezzo dell'oscurità, nel mezzo del nulla.
Era solo, lassù, nell'eterno freddo e buio niente. Lui e il vento. La città era talmente piccola sotto di lui, che si rassegnava a luccicare poveramente senza rumori. Ma quello che lo inorridiva era soltanto il vuoto intorno. Un vuoto che toglieva il fiato.
Un vuoto enorme, impressionante, scioccante.
Tanto da far capire a L. l'inettitudine degli esseri umani.
Quanto vale una vita? Nulla.
Quanto vale un vestito di marca, i soldi, il sesso? Nulla
Tutto ciò che esiste e non esiste, non può essere più assurdo e spaventoso di tutto questo, pensò L.
Tutto questo vuoto cosmico.
Voglio essere nulla, pensò prima di lanciarsi.

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