lunedì 15 febbraio 2010

sConsiderazioni

ATTENZIONE: "In questo momento non sono ispirato, ma vorrei tentare di scrivere qualcosa, partendo da questo titolo."

Cosa dovrei sConsiderare in un blog dove non esiste lettore? Più che un blog è un diario segreto, anzi pubblico, dove però nessuno va. Un posto che esiste per tutti, ma dove sono solo, anche se, in teoria, la mia solitudine potrebbe scomparire in qualsiasi momento. Ma non facciamo i pessimisti. Scrivo:


I riflessi verdi dell'acqua, si agitavano su per le colonne del tempio. Camminando sul cordolo centrale che attraversava la navata sinistra, potevo ben vedere quale terribile abisso si stagliava sotto di me, al posto del pavimento di marmo bianco e nero. La scacchiera era sparita. Ora solo il vuoto enorme e spaventoso. In fondo però c'era dell'acqua. Se ne vedevano i riflessi sulle pareti. Forse era il mare dall'altro capo del mondo. Le vertigini mi stavano uccidendo, mentre una folata di vento mi fece aggrappare con tutte le mie povere forze al cordolo così fine. Un personaggio che pareva appena uscito da un quadro di Bosch, stava li davanti a me, in piedi su un lato della colonna, sfidando la forza di gravità. Lui rideva di me, e rideva forte, fino a sentire solo la sua stupida risata rimbombare nella mia testa. Poi feci per muovermi: pensai di poter mettere un piede su di uno scalino invisibile, che esisteva solo nella mia testa. Perché lo feci? Lo feci e basta. Da li in poi vidi l'abisso, il nero che mi stava divorando, le urla, il terrore, le mie mani che si contorcevano, il vento crudele che tagliava il corpo e non mi faceva respirare. Un attimo di infinito. Poi buio.
Poi,
il mare dall'altro capo del mondo.

mercoledì 3 febbraio 2010

La veglia sarebbe la realizzazione allucinatoria durante il giorno di un desiderio inappagato durante la vita notturna.

Le mie recenti notti insonni mi portano ad esplorare zone di pensiero mai cavalcate. Mi trasformo in un filosofo, nel buio e nel silenzio della notte. Quando entro nel letto, so già che non prenderò sonno facilmente. Leggo per rilassarmi o per abitudine, poi quando spengo la luce del comodino, mi ritrovo completamente sveglio, senza alcuna voglia di dormire. Il cervello si attiva, accende i suoi motori e mi ritrovo così concentrato sui miei futili pensieri che mentre li creo, li vivo. Ma ad un livello molto intenso. In questi casi, ho notato, che per magia è come se conoscessi tutta la storia del pensiero filosofico, tutta la storia dell'uomo, tutta la psicologia. Sono così sicuro di me, così esperto e ragiono così bene da non riconoscermi. Deduco, trasformo, cito ecc. Il tempo è altamente deformato: spengo la luce alle 2.10 e quando dopo la riguardo (pensando sia passata appena un'ora) sono già le 3.56 e poi le 5.40. Non riesco completamente ad essere sicuro che si stia trattando di un sogno o meno. non ho prove per capirlo. I pensieri che nella notte mi tengono con gli occhi spalancati e mi fanno rigirare nel letto senza lasciarmi tregua, di giorno diventano piccoli, insignificanti o imbarazzanti e fuori luogo. Ma nella notte, nel buio della notte, quando mi trasformo in filosofo e tutto il mondo dorme, deduco trasformo e cito, senza tregua. Forse perchè ho paura della morte. Come i filosofi.