giovedì 19 giugno 2008

Siamo tutti morti

D'altronde l'ho sempre detto. A questo mondo, la gente è viva, ma già morta: morta dentro. Piano piano, giorno dopo giorno, ognuno muore fisicamente, ma tutti o quasi, sono già morti dentro. Lavoro, soldi, fame, fama, gloria, guerra, società, politica sono le principali cause di decesso.
La Terra li ospita tutti questi morti. La Terra è limbo, paradiso e inferno: chi sta male, chi bene e chi deve scontare delle pene. Non c'è distinzione, la Terra è tutto tutto insieme.
E' così chiaro.
Siamo già morti, non preoccupatevi.
Morti che si credono vivi, morti che pregano altri morti, morti che muoiono, morti che nascono.
Morti che mangiano, bevono e scopano.
D'altronde la vera vita si potrebbe mai svolgere su un pianeta assurdo, in un' universo buio, freddo e infinito? Secondo voi questa è vita?
Siamo tutti morti.

Scrivo perché non lo so

a raffica
senza sapere cosa
e come
Senza rileggerli
senza ribatterli
senza giudizi
senza paura
senza fregarmene
senza esperienza.
scrivo perché non lo so.
perché mi fa bene.
quando sono ispirato scrivo la prima cosa che mi viene in mente.
è un pezzo di me
è quello che vivo
che sento e che esprimo a parole
o almeno ci provo
le parole escono da sole.
non ho bisogno di commenti
di farmi apprezzare
di farmi leggere.
scrivo perché non so scrivere.
scrivo perché non lo so.

Giornata si

Lei andò in bagno e mi lasciò solo, seduto in cucina con un bicchier d'acqua. Osservai la stanza che si univa al salotto.
All'ombra e al silenzio di una casa sconosciuta, un brivido mi attraversò la schiena, lo stesso lungo brivido di quando ero piccolo e mi intrufolavo in luoghi proibiti o facevo finta di indagare su qualche strano fatto, come gli eroi dei film.
Oggi era una giornata si, me lo sentivo: di solito le giornate si e le giornate no sono solo condizionate dalla fortuna, e la fortuna con me era in arretrato di qualche mese. Aspettavo il momento in cui si sarebbe fatta viva, scaricandomi addosso mesi di arretrati e poi più nulla per altrettanti.
Lei tornò, stupenda.
Ogni centimetro della sua pelle era carne da mordere. Le assaggiai un fianco, e come la cioccolata, un morso tira l'altro e non smetti più.
Scopai come mai nella mia vita.
Oggi era una giornata si. Da domani meglio chiudersi in casa.

venerdì 13 giugno 2008

Linea verde

Gran parte delle persone che servo ogni giorno alla cassa, è come quella che servo la sera, nel vicolo: senza cervello, senza palle, senza emozioni, senza corpo, senza organi, senza speranze. Anime perse. Occhi spenti, hanno smesso di vivere già da tempo. Sono tutti morti viventi, ingabbiati nelle loro 4 mura affittate, tra polizze, indennizzi, conti, roba da mangiare, benzina e problemi.
Con otto ore sulle spalle, lo stesso gesto dei lavori forzati che faccio, mi accorgo che sto diventando, trasparente, un fantasma, come tutti.
Guardo la mia linea verde farsi piatta.

giovedì 5 giugno 2008

Pausa caffè

Quando G. arrivò sulla porta del garage posteriore, per fumare una sigaretta nei suoi 5 minuti di pausa, T. era già li. Immobile, lo sguardo lontano, sull'orizzonte infuocato del tramonto.
Oh, che hai, pensieri?
Si.
Dopo otto ore di questo schifo di lavoro hai anche pensieri? Io non ci riesco. quando stacco, voglio solo estraniarmi dal mondo e vaffanculo. Per me il mondo non esiste. Spengo la spina e il giorno dopo ritorno a lavorare, sempre così. Te a che pensi?
Caro amico, penso che noi siamo già morti.

martedì 3 giugno 2008

Seghe mentali benefiche

Che gran culo. Proprio a me. Avevo appena perso il lavoro stagionale. Ero in pena perché non avevo soldi per tirare avanti, per pagarmi gli studi. Lo spaccio non rendeva tanto in quel periodo.
Mentre me ne stavo a casa sotto un cielo piovoso e afoso di agosto, la più grande botta di culo: soldi a palate. Un notaio, il campanello che suona. un'eredità ed una firma e tanti soldi da campare di rendita. Fanculo.
Finalmente tutto cominciava a girare. Ho fatto una sorpresa a quella ragazza bellissima, facendogli trovare due biglietti d'aereo per il Messico nella borsetta. Siamo partiti. Siamo rimasti. Siamo tornati. Siamo ripartiti. Feste, cene, amici, tranquillità. Viaggi, posti stupendi, l'amore, il bere e il fumo.

Ma che cazzo. Domani entro al lavoro, e sono qui a casa, a tagliuzzare gli ultimi pezzi di fumo, a farmi 'ste seghe mentali. Quasi ci credo veramente a momenti. Anzi, quando ritorno alla realtà, lasciano proprio un dolore sopra lo stomaco...