mercoledì 3 febbraio 2010
La veglia sarebbe la realizzazione allucinatoria durante il giorno di un desiderio inappagato durante la vita notturna.
Le mie recenti notti insonni mi portano ad esplorare zone di pensiero mai cavalcate. Mi trasformo in un filosofo, nel buio e nel silenzio della notte. Quando entro nel letto, so già che non prenderò sonno facilmente. Leggo per rilassarmi o per abitudine, poi quando spengo la luce del comodino, mi ritrovo completamente sveglio, senza alcuna voglia di dormire. Il cervello si attiva, accende i suoi motori e mi ritrovo così concentrato sui miei futili pensieri che mentre li creo, li vivo. Ma ad un livello molto intenso. In questi casi, ho notato, che per magia è come se conoscessi tutta la storia del pensiero filosofico, tutta la storia dell'uomo, tutta la psicologia. Sono così sicuro di me, così esperto e ragiono così bene da non riconoscermi. Deduco, trasformo, cito ecc. Il tempo è altamente deformato: spengo la luce alle 2.10 e quando dopo la riguardo (pensando sia passata appena un'ora) sono già le 3.56 e poi le 5.40. Non riesco completamente ad essere sicuro che si stia trattando di un sogno o meno. non ho prove per capirlo. I pensieri che nella notte mi tengono con gli occhi spalancati e mi fanno rigirare nel letto senza lasciarmi tregua, di giorno diventano piccoli, insignificanti o imbarazzanti e fuori luogo. Ma nella notte, nel buio della notte, quando mi trasformo in filosofo e tutto il mondo dorme, deduco trasformo e cito, senza tregua. Forse perchè ho paura della morte. Come i filosofi.
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