venerdì 10 ottobre 2008

Ascensore

. Il tasto si accese. Sotto l'ascensore, gli ingranaggi fecero un rumore ad incastro. Un sussulto, poi partì ronzando.

Le luci ai neon dei grattacieli, scomparivano nel buio e nella nebbia della città bassa, come torri che galleggiavano nel mezzo di un abisso eterno. Gli ultimi sprazzi di lucidità inghiottiti per sempre nella follia del nulla. A mano a mano che salivo, le luci si facevano sempre più fioche, come se stessi per morire, tutto scomparve nel nero baratro.
Le poche stelle nel cielo, sembravano voler morire da un momento all'altro.
Il ronzio non si fermava. Un altro mondo. Un altro universo mi attendeva. L'ascensore sembrava portasse agli albori dello spazio, ai confini distanti miliardi di anni luce, nel luogo dove avrei incontrato finalmente, Dio.∞

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