L. entrò così nel prefabbricato B4; "Macellazione e frollatura carni" una zona ad accesso limitato, della grande ditta alimentare per cui lavorava.
Sui nastri dei macchinari automatizzati, addetti alla macellazione delle carni, scorrevano lenti, corpi di esseri umani sanguinolenti.
Esseri umani creati in provetta, mutati geneticamente, senza cervello e con carni rese deliziose e morbide, uscivano dal grande tubo nero in fondo alla stanza. Una specie di parto malato, il padre: i dottori e i politici pazzi che avevano inventato il nuovo sistema di nutrimento a basso costo; e la madre: quella grande industria, i laboratori sotterranei, dove venivano concepiti i corpi, e il grande buco nero della stanza "Macellazione e frollatura carni", da dove uscivano i suoi figli, nati e pronti per essere disintegrati, puliti e inscatolati. Per altri, ignari, esseri umani, con, ma senza il cervello, ipnotizzati dai mass media. Ad ognuno il suo ruolo, in questa grande macelleria, chiamata vita.
Era la solita noiosa giornata lavorativa. L. pensò a tutto questo, poi si rimise al lavoro, pensando a sua moglie.
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