domenica 23 dicembre 2007

Perdita del risveglio

Pressione massima.
Le tempie schiacciate forzavano il cervello in una morsa letale.
Era giunta la fine.

No.

Forme geometriche, prima semplici e poi sempre più complesse, mi si paravano davanti gli occhi.
Mi venivano addosso, sul viso. Colori spichedelici.
Poi le forme si sono confuse, hanno perso lucentezza e piano piano il buio si è fatto strada.
Davanti ai miei occhi, tra gli alberi che coprivano la luce della luna, un serpente di 20 metri era arrotolato e contorto su di un ramo. Immobile, eppure così vivo. Sembrava racchiudere il segreto della vita. Ne ero terrorizzato.
Non era un animale. Era un Dio.
La visione era più vera della realtà stessa.
La primordiale paura dell'ignoto e del mistero. Immerso in una boscaglia sconosciuta e oscura, era una di quelle scene mai viste, ma che ha il raro potere di scaturire repulsioni dal più profondo angolo dell'inconscio.
Primordiale e umano.
Quale vecchio antenato avrà visto questa scena senza tempo?
Ad occhio priva di significato, la visione era come un ponte di sensazioni simboliche nascoste.
Prima di decodificare, mi sveglio.
La comoda sensazione di essere solido, mi dava certezze semplici e basilari. Il cervello masticava di nuovo le menzogne a cui era stato abitutato.

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