"Ci credi negli universi paralleli?" chiese Paolo.
"La fantascienza non mi interessa, perchè?" rispose Jonathan.
"Non è solo fantasia. Ci sono diverse teorie che spiegano questi fenomeni. Perchè sei sempre così scettico?!."
Attimo di silenzio.
"Secondo me - continuò Paolo - il lavoro ti rende troppo cinico e razionale, non credi in nulla. Ma come fai a vivere così?"
"Non è che non credo in niente, penso solo sia un grande mistero. D'altronde la verità su certi argomenti non si potrà mai sapere. E poi che c'entra coi mondi paralleli?"
"Ci pensi? interi univeri separati, identici o quasi simili al nostro. Questo vuol dire che ci possono essere infinite copie di te stesso, a volte diverse, altre normali. Magari esiste un universo dove la guerra l'hanno vinta i nazisti."
"Bè magari sarebbe migliore di questo. - ci pensò un attimo, poi storse la bocca e disse - No forse migliore no. Ma non mi ci far pensare - ribattè Jonathan - torniamo al lavoro piuttosto."
Paolo, sorridendo, finì il caffè, poi seguì il collega fuori dalla stanza.
Fuori, nel cortile interno del cantiere, brillava sotto il sole, una lattina vuota. Jonathan gli tirò un calcio e il pezzo di latta rotolò varie volte. Urtando uno scalino, la lattina si fermò in piedi.
Sull'etichetta, si leggeva a lettere cubitali: SLUURP. La famosa bibita di marca internazionale.
1 commento:
Un istante interessante, bloccato in un Logos.
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