martedì 22 gennaio 2008

Il Verme

All'ombra di alti cipressi, una casetta di poco valore estetico era ombreggiata giorno e notte, semi nascosta dagli sguardi della gente comune.
Era in questa baracca che viveva il Verme: un lurido ominide post-moderno, mezzo calvo, con la dentatura sproporzionata e i muscoli flaccidi. La sua pelle non aveva mai toccato la luce del sole e non conosceva la fatica fisica, in quanto non si muoveva dal divano se non per mangiare ed andare a dormire. Sua madre si occupava di lui, ma la donna era troppo anziana e protettiva per mettere in discussione le abitudini del figlio.
Il Verme, nome dato da alcuni ragazzi della sua età, che da piccoli lo videro per alcune settimane a scuola, se ne stava tutto il giorno a guardare la televisione. Usciva raramente e non aveva amici ne ragazze.
Negli anni sedentari era divenuto una forma cascante di pelle bianca, senza muscoli e profonde occhiaie nere. Uno spettro.
Più si lasciava soggiogare dalla violenza dei coetanei, più si rifugiava in casa e più diventava un verme.
Per anni la stima di se crollò fino a collassare mentre l'odio cresceva smisuratamente. Odiava di un odio profondo tutto e tutti, anche se stesso. Odiò come nessun altro ha mai odiato. Intorno alla sua testa, intorno ai suoi pensieri, si creò una coltre di nebbia nera; tutto il pensiero negativo lo stava opprimendo e dominando.
Sua madre si preoccupava molto in quel periodo. Un giorno una parola di preoccupazione di troppo fu la goccia che fece traboccare il vaso, ovvero l'odio e la violenza accumulata in tutti quegli anni. Cominciò a contorcersi violentemente e s'accasciò a terra agonizzando. La madre in un momento di terrore cercò di aiutarlo, ma il Verme col sangue che gli colava dagli occhi sulle occhiaie spesse e scendevano lungo il viso cadaverico fino al collo quasi inesistente, afferrò la povera donna e con un coltello preso dal tavolo le tagliò la gola.
In un orgia di sangue, sdraiato insieme a sua madre sul pavimento freddo, il Verme sentì e riconobbe la fatica, come uno sforzo che lo faceva sentire vivo, dopo tutto questo tempo.
Per mesi cominciò a muoversi e a faticare. sistemò la casa, il cadavere della madre e si procurava da solo il cibo.
Si cominciò a sentire di nuovo vivo. Ma l'odio rimaneva, lo consumava dall'interno come un verme nell'intestino. L'odio proclamava altra carne. Il Verme aveva fame.

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